Arte e critica.
L'arte, tutto ciò che è arte, è esaltazione delle superfici, sfruttamento massimo di tutto ciò che la superficie può offrire, nel suo infinito dispiegarsi, all'osservatore sensibile, che si dice appunto "artista". La critica, al contrario, sorge dall'insoddisfazione e si mette in moto andando in cerca della profondità, di ciò che si nasconderebbe sotto o dietro le superfici. Siccome manca al critico la capacità sensibile di vedere quel che si manifesta in superficie, egli inventa qualcosa che non c'è e che non è mai stato presente nella mente dell'artista. Guai dunque all'artista che si lasci prendere al falso problema inventato dal critico.
L'arte, tutto ciò che è arte, è esaltazione delle superfici, sfruttamento massimo di tutto ciò che la superficie può offrire, nel suo infinito dispiegarsi, all'osservatore sensibile, che si dice appunto "artista". La critica, al contrario, sorge dall'insoddisfazione e si mette in moto andando in cerca della profondità, di ciò che si nasconderebbe sotto o dietro le superfici. Siccome manca al critico la capacità sensibile di vedere quel che si manifesta in superficie, egli inventa qualcosa che non c'è e che non è mai stato presente nella mente dell'artista. Guai dunque all'artista che si lasci prendere al falso problema inventato dal critico.
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